Mito, Leggenda: Buon Compleanno a Paul McCartney
Scherzando (o no?) verrebbe da chiedersi se è veramente lui e non un sosia, magari canadese o scozzese. Se è lui che ha segnato gli ultimi 50 anni della storia della musica con una serie infinita di successi, diventando un vero e proprio mito, o se è lui che, pur essendo essenzialmente un bassista, suona anche il pianoforte, la chitarra, l’organo, il mellotron, il contrabbasso, ed è pure un abile batterista, flautista, trombettista e, principalmente durante le esibizioni live, suona anche l’ukulele e il mandolino.
Sorridendo (o no?), preferiamo mettere da parte una famosissima leggenda che vede l’alba addirittura nel lontano 1969, quasi 50 anni fa e preferiamo celebrare i primi 76 anni di uno straordinario artista, Sir James Paul McCartney, nato a Liverpool il 18 giugno 1942.
E’ giovanissimo quando conosce due dei membri che con lui e Ringo Starr diede vita al gruppo che cambiò letteralmente la storia, la strada, la forza, la qualità della musica internazionale, mondiale, universale, ovviamente i Beatles.
Fu durante un viaggio in autobus dal sobborgo di Speke, dove viveva, all’Istituto, che nel 1954 conobbe infatti George Harrison, il quale viveva nelle vicinanze. La madre di Paul, Mary, morì il 31 ottobre 1956 dopo una mastectomia eseguita per arrestare un tumore al seno.La perdita prematura della madre (Paul era allora quattordicenne) avrebbe in seguito avvicinato McCartney a John Lennon, la cui madre Julia morì quando Lennon aveva solo 17 anni.
E’ il 1960 quando i Beatles prendono origini, consistenza, corpo e anima, conquistando il mondo con una serie incredibile di successi, grazie soprattutto al lavoro di McCartney e Lennon, che si confermarono una delle coppie di compositori di maggior successo e influenza di tutti i tempi, scrivendo alcune delle canzoni più amate nella storia della musica contemporanea.

Secondo una famosissima leggenda metropolitana, McCartney sarebbe morto in un incidente stradale la sera del 9 novembre 1966 e sostituito da un suo sosia reclutato dai Beatles all’epoca. Molti indizi sull’eventuale morte di Paul sarebbero presenti in alcune canzoni sotto forma di messaggi subliminali, udibili ascoltando alcune loro canzoni al contrario, mentre altre allusioni si troverebbero nelle copertine dei dischi. La leggenda cominciò a circolare dal 1969, priva di riscontri oggettivi, secondo i suoi sostenitori troverebbe conferme in presunti messaggi in codice nascosti nel corso degli anni dagli stessi Beatles nelle loro opere.
L’indizio sicuramente più famoso è quello contenuto nella copertina dell’album dei Beatles Abbey Road. Il gruppo è immortalato mentre attraversa la strada in fila, e gli abiti indossati dai quattro suggerirebbero secondo alcuni una processione funebre: apre John completamente vestito di bianco (sacerdote o forse angelo), Ringo con un sobrio completo nero che potrebbe far pensare al portatore della bara, Paul a piedi scalzi, con gli occhi chiusi, tiene la sigaretta con la destra pur essendo mancino (c’è però da dire che anche in una foto scattata nel 1964, perciò prima della presunta morte, e pubblicata nell’album Beatles for Sale, Paul tiene una sigaretta con la mano destra); e infine George in jeans e clarks potrebbe far pensare al becchino in abiti da lavoro per scavare la fossa. E poi Paul, inoltre, è l’unico dei Beatles fuori passo rispetto agli altri, forse a simboleggiare la sua estraneità al vero gruppo.
Solo una Leggenda, che in qualche modo contribuisce, però, al Mito di Paul McCartney.